Nelle prime foto dei miei album d’infanzia appaio come una piccola bambina paffuta, ricciola, all’apparenza molto timida e riservata. In realtà ricordo un’infanzia selvaggia, con mia madre che mi inseguiva per il parco giochi cercando di scattare qualche foto mentre io inseguivo i miei amici arrampicandomi sugli alberi.

 

Un’estate, avevo circa otto anni, mio nonno mi affidò la sua fotocamera digitale appena comprata e mi disse: “Va’ qui in cortile o nell’orto a fare qualche foto, così poi le facciamo vedere a tutti”. Accompagnò la frase con una lieve pacca di incoraggiamento. Obbedii. Quello fu il preciso istante in cui capii che da grande avrei voluto essere una fotografa. Da allora si sono susseguite molte fotocamere, digitali e analogiche, ma a distanza di dodici anni sono ancora qui a emozionarmi ripensando a quel momento della mia vita.

Ho passato poi giorni interi, durante l’adolescenza, a guardare gli album di famiglia di mia madre, cercando di capire il sentimento dietro ad ogni volto fotografato, per poi saperlo riconoscere e catturarlo nei miei scatti.

 

Mi piace dilettarmi nella scoperta e nell’approfondimento di programmi legati alla grafica, nel realizzare progetti che mi mettano alla prova, come seguire tutto il processo creativo di una fotografia, di un fotolibro, di un video o semplicemente di una locandina.

Una delle esperienze più significative in questi anni è stata partecipare a viaggi organizzati dalla scuola documentandoli attraverso varie attività, dal registrare l’audio con il boom, a realizzare reportage fotografici e brevi filmati per poi creare un prodotto di comunicazione interessante anche per un pubblico più ampio di quello scolastico.

 

In futuro spero di poter fare la fotografa, viaggiare il più possibile e conoscere persone che mi possano aiutare a crescere ancora e con le quali collaborare per scoprire e raccontare storie in modo originale.