La mia vita in quattro luoghi.

Il primo: una classe con i suoi banchi, che mi hanno insegnato a relazionarmi con i miei coetanei e con persone più grandi di me.

Il secondo: un campo da calcio, quel rettangolo verde che mi ha insegnato a lavorare di squadra, a collaborare con gli altri per poter raggiungere un risultato.

Il terzo: un ring, quel quadrato che mi ha insegnato a raggiungere un obiettivo con sacrificio, determinazione, fiducia in me stesso. La vita sul ring è una metafora della vita reale: si prendono sempre “pugni” in faccia o “pugni” che ti tolgono il fiato, ma l’importante è saper reagire e non farsi buttare al tappeto. Sopra il quadrato ci sei solo tu e il tuo avversario, nessuno può venirti in aiuto. Saper chiedere aiuto quando hai bisogno è importante, trovare qualcuno che ti dà una mano pure. Ma le persone generose sono sempre più rare, quindi bisogna saper lottare anche da soli.

Il quarto luogo? Il Giappone. Più che un luogo, un arcipelago! Uno stato fatto di isole collegate da ponti e tunnel sottomarini. Ho iniziato a innamorarmi del Giappone e della cultura orientale tramite la visione degli anime e la lettura di alcuni manga, come Dragon Ball e soprattutto One Pièce, nelle cui pagine ho scoperto molti valori che poi ho abbracciato. Ho anche deciso di farmi tatuare un motivo tradizionale giapponese sul braccio. E proprio mentre l’operazione di tatuaggio procedeva, ho iniziato a sviluppare tante ricerche, fino a incontrare e scoprire il buddismo, che è la religione che ho iniziato, e sto ancora imparando, a seguire nella mia vita.