Crazy

Mi chiamo Marilena e ho sempre vissuto in un paesino piccolo e chiuso mentalmente. Forse è per questo motivo che sono così anticonformista e aperta a più pensieri opposti (contemporaneamente). Questo fenomeno è chiamato bipensiero e per averlo è necessario leggere molto. I libri sono sempre stata una salvezza per me perché riescono a farmi provare e conoscere emozioni nuove.

Ciò che sono oggi e dato anche dei grandi maestri della mia vita. La prima è stata la mia insegnante principale delle mentali, si chiamava Antonella ed era tutto il contrario di come si pensa possa essere un’insegnante. Non le piaceva fare lezioni noiose e in cinque anni la nostra classe era l’unica ad avere competenze informatiche rilevanti. Anziché fare inglese o grammatica, lei preferiva informatica e in otto ore che passavamo a scuola, sei erano in laboratorio. Ecco il motivo per il quale i tre quarti della mia classe delle elementari scelse, in futuro, indirizzi informatici o grafici. Lei mi fece appassionare al mondo del web e all’estetica delle cose e degli oggetti.

La mia seconda maestra di vita è stata la mia animatrice al cre, Franca. Lo è stata per anni, ma non mi accorsi che era una persona molto più profondo di quanto sembrasse fino al giorno in cui iniziai a vederla per piacere. Nonostante abbia cinquant’anni, è la persona più brillante che tuttora conosca e inoltre la sua mente è aperta a più di una visione del mondo.

Lei mi ha insegnato a lasciare scivolare tutto ciò che non serve, al fine di avere una vita sana e tranquilla. Qualche anno fa mi regalò “cavalcare la propria tigre“, un libro che racconta gli stratagemmi cinesi di manipolazione dei problemi per trovarne una soluzione. Grazie a questo libro ho scoperto la facilità di risolvere dei problemi anche gravi mantenendo la calma e cercando la via più semplice per uscirne. Il terzo grande maestro è mio fratello che, con i suoi undici anni in più rispetto a me, ha fatto in modo che io vedessi il mondo in modo diverso ma soprattutto da una prospettiva diversa. Di quando ero piccola ho pochi ricordi, ma in tutti c’è lui. Da me era visto come un eroe che rendeva le mie giornate tutte divertenti e quando non c’era mi mancava. Insieme facevamo di tutto, soprattutto giocare alla PlayStation, che è un’hobby che mi ha ‘tramandato’ lui, facendomi conoscere il mondo dei videogiochi sin da piccola. Quando si è trasferito (sotto casa mia) ho provato una sensazione di vuoto e solitudine incolmabile, che con gli anni sono riuscita a mitigare, ma che tuttora mi influenza molto. In conclusione, posso affermare che se oggi sono quello che sono, inoltre ai miei grandi ‘insegnanti”, è anche per gli ostacoli che ho superato da sola e che mi rendono ogni giorno più forte del giorno precedente.