IMPRIMERE

 

Ricordo, avevo sì e no sei anni, inspiegabilmente le foto ricordo nascoste nei cassetti e nelle mille scatole, felici di essere riempite di ricordi e non più di plastica e cuoio. Riguardano tutte quel periodo di vita, in cui la creatività inizia a stendere le basi.

Quel periodo in cui mio padre, preso come da un’irrazionale foto mania o come si voglia chiamare, con la sua Kodak usa e getta, in 27 preziosissime opportunità , immortalava ogni momento, ogni situazione, tendendo a catturare anche i momenti di quotidianità e di assoluta normalità, ma che, scovati e riguardati dopo anni, colpiscono all’epidermide e al cuore. Sì, all’epidermide, che colpita da inspiegabili vibrazioni che attraversano diversi anni in un brevissimo lasso di tempo, innalza i propri pori ad altezze inimmaginabili.

L’epidermide: questo potrebbe essere il punto di partenza, o di arrivo, della mia storia.

Come questi ricordi rimangono impressi nella pelle dell’anima, la mia ambizione nella vita è quella di imprimere immagini, o meglio, disegni, sulla pelle vera e propria. Sull’epidermide. Di diventare cioè, professionalmente parlando, tatuatore.

Lasciare un pezzo d’arte, indelebile, su un corpo umano. Finito il corso scolastico, tecnico grafico, che mi sta formando, affronterò un corso per poter tatuare legalmente. Mi auguro di poter imprimere sulla pelle ciò che al solito faccio su foglio, nello stesso modo e con la stessa passione.

Il mio personale modo di imprimere un foglio è stato influenzato da molti fattori.

Forse è per i colori non ancora pienamente saturi dei cartoni animati che mi passavano di fronte agli occhi da bambino, seduto sul tappeto di casa. Forse è per questo che oggi utilizzo quasi esclusivamente quei tipi di colore, ovvero colori pastello o comunque tendenti a sfumature biancastre. O forse i migliaia di odori inalati dalle mie sobrie narici, odori di cucina, di buon cibo, di Italia, quegli odori tipici di una casa all’imbrunire.

In cucina davo il meglio di me, la mia enorme testa rasata lavorava come non mai in cucina. Che posto magico la cucina.

Le mie influenze derivano anche da Futura, mia sorella, che in qualsiasi momento, con occhio attento osservavo e seguivo  nelle sue progettazioni e lavorazioni artistiche.

E’ da lei forse, laureata in design del prodotto con un grande occhio per l’illustrazione, che deriva la mia passione per l’arte in generale, in qualsiasi sviluppo e forma, e in particolare proprio per l’illustrazione, anch’essa adattata a qualsiasi sviluppo, superficie e contesto.

carote