Sono Cecilia, una ragazza di diciannove anni nata e vissuta a Treviglio, una città in provincia di Bergamo.

Ho condiviso subito, dal primo momento, tutto con mia sorella Giusy, perfino la pancia di mia madre, poiché siamo gemelle, o meglio sorelle gemelle. Siamo molto diverse sia fisicamente che caratterialmente, lei molto tranquilla, pacata ma anche furba più di me, anche se molta gente non lo nota subito, io invece sono una ragazza leggermente più vivace, quella che combina sempre qualcosa, e non so stare ferma, mi piace stare in giro per la mia città, passeggiare per le vie di Bergamo e perdersi tra quelle mure.

Tuttavia la mia infanzia non è stata fin da subito rose e fiori, sono nata prematura per cui sono dovuta stare nell’incubatrice per un bel po’ finchè non raggiungessi tutti i parametri richiesti. Mia mamma mi dice sempre che appena nate, lei aveva timore di prendere sia me che mia sorella in braccio, perchè eravamo così fragili e piccole, a differenze di mio padre che da quel che dice mia mamma ci teneva dentro il suo palmo della mano, da quanto eravamo piccoline. 

In quell’anno all’incirca dopo otto mesi, purtroppo mio padre venne a mancare, per cui da quel momento mia madre si dovette fare in quattro per me e mia sorella, e non ci ha fatto mai mancare nulla anzi, forse mi ha dato anche troppo di quel che meritavo. Sono dovuta crescere presto, diventare una piccola adulta, mia madre non so perchè ma affida a me tutte le responsabilità anche quella di mia sorella, probabilmente perché Giusy era sempre nel modo delle nuvole oppure aveva già capito tutto dalla vita cioè far finta di essere in un altro mondo così da evitare ogni responsabilità.

La mia passione per la fotografia nasce in quarta elementare all’incirca dove con la classe andammo a visitare uno zoo, e ricordo che avevo dietro due macchine fotografiche a rullino,e appena feci il primo scatto non smisi più da quel momento. Quando ho scoperto l’esistenza dello Zenale e Butinone è come se si fossero realizzati i miei sogni, una scuola molto attrezzata tecnicamente, così feci gli open-day e me ne innamorai, una volta che misi piede in quella scuola capii che non la fotografia si mi piaceva, ma mai quanto la post produzione, star li a modificare e chiederti mille volte cosa non va in quell’elaborato, il sbatterci la testa per poi trovare la soluzione e avere la soddisfazione.