State leggendo la cosa forse più difficile che una persona possa scrivere: una presentazione di se stessi.

 

 

Ho sempre avuto qualcosa da dire su tutto (o quasi), ma l’unico argomento su cui non so esprimermi sono io. In questo ho preso da mia nonna: nessuna delle due parlava mai di qualcosa che la riguardasse personalmente. Ma mia nonna mi ha insegnato a essere umana con tutti, ad aiutare il prossimo. Mi ha insegnato che c’è qualcosa di buono in tutti ma che la fiducia non si dà al primo “ciao”. Mi ha insegnato l’amore incondizionato, quello senza limiti, senza barriere e senza paure. Quell’amore che però, quando se n’è andata, si è portata via. O forse no. Io e mia nonna: entrambe tanto sensibili ma anche tanto forti da spostare una montagna.

C’è un momento in cui la mia timidezza e tutte le mie paure svaniscono: quando ballo.

Ho ballato danza classica per circa undici anni. Sono cresciuta con e grazie a essa. Mi ha dato determinazione e fiducia in me. La danza mi ha aiutato a tirare fuori le emozioni, i sentimenti che nessuno credeva avessi, nemmeno io. Con la danza ho imparato a conoscermi. A rimanere sensibile. A essere forte come una montagna.

Non so bene cosa mi distingua da tutti gli altri. Forse gli occhi che sognano e sognano sempre, e hanno paura se qualcuno li fissa a lungo.

 

Per tutta la loro infanzia (e anche ora a volte) i miei occhi hanno fissato il fantastico mondo creato da Walt Disney, i suoi cartoni. È proprio dai cartoni che mi sono appassionata al disegno e poi alla grafica.

Volevo anche io dare forma a tutte le mie storie che inventavo. Volevo sapere cosa si nascondeva dietro a quelle immagini che si susseguivano una dopo l’altra e prendere parte alla loro creazione. E così mia mamma mi regalava sempre pastelli e album per imparare a disegnare i miei personaggi preferiti, che no, non erano le principesse. Non mi sono mai piaciute, forse perchè mi hanno insegnato che devi raggiungere da sola gli obiettivi senza che il principe azzurro ti venga a salvare.

Grazie a questo ho raggiunto un livello di autocritica forse anche troppo alto per il quale nulla di quello che faccio va bene perché mi sembra sempre troppo poco.
Avete letto la cosa forse più difficile che io abbia mai scritto. Ma l’ho scritta. E adesso posso danzare su queste parole.