Vitor Hugo

Vitor Hugo

Graphic designer

Storia in terza persona di un brasiliano in Italia non per giocare a calcio . . .

. . . la mia storia

 

“Nato a Sao Paulo, Brasile, scopre che la crescita significa libertà, dove si può provare tutto, imparare, fare e così avere sempre più esperienze.

Inizierà molto presto, soltanto a cinque anni, ad approfondire l’utilizzo del computer in modo professionale e, con il passare degli anni, diventerà sempre più bravo, imparando più che altro grazie alla sua curiosità e voglia di farcela da solo, utilizzando le sue conoscenze per il divertimento, per le cose serie e, più tardi, per ottenere con le proprie capacità quello che vuole. Alcuni anni dopo inizierà a formattare e riparare software e hardware.

Dopo Internet Explorer e Office, inizia l’utilizzo di Photoshop, grazie al quale nascerà poi un’altra passione, quella per la fotografia, che scoprirà e approfondirà solo alcuni anni dopo.

A quindici anni si trasferisce in Italia, più precisamente a Santa Teresa di Gallura, in Sardegna: un cambiamento totale. Deve adattarsi alla lingua, alla scuola, alle persone, al luogo, alle abitudini, alla solitudine. Una volta adattatosi, non c’è più da temere, resta solo da imparare sempre di più:

in Sardegna frequenta l’Istituto Turistico, poi, trasferitosi a Milano, l’Istituto Aeronautico, che, in effetti, era un’altra sua passione, nata grazie a uno zio quasi pilota. A causa di alcune difficoltà sia scolastiche sia personali decide di cambiare un’altra volta e andare a studiare nella propria città, Treviglio. Inizia la ricerca. Istituto linguistico, artistico o grafico? Le tre cose di cui è tanto appassionato. Resta l’ultima, non per caso, ma perché le cose dovevano andare così. Avrebbe finalmente approfondito quello che più gli piace: il disegno, la fotografia, la psicologia, la grafica.

La sua curiosità e la sua volontà lo hanno, inoltre, portato a imparare, da autodidatta, a suonare la chitarra e a saper parlare e scrivere l’inglese, anche in modo professionale, e lo spagnolo.”